Si procede con la pubblicazione di tutti i verbali prodotti dal Cts nel corso dell’emergenza coronavirus.
Dopo settimane e mesi di polemiche arriva la notizia della pubblicazione di tutti i verbali del Cts, elemento preziosissimo per inquadrare anche l’azione del governo nel corso dell’emergenza coronavirus che ha messo in ginocchio l’Italia.
Coronavirus, la pubblicazione dei verbali del Cts
La pubblicazione dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico inizia nella giornata del 4 settembre. I documenti saranno disponibili sul sito della Protezione Civile. Si procede con la pubblicazione dei documenti prodotti da gennaio fino al mese di luglio. Questo per la decisione di pubblicare i verbali a quarantacinque giorni di distanza dalla relativa seduta.
Di seguito tutti i verbali del Cts pubblicati sul sito del Dipartimento della Protezione Civile.
I primi giorni: riflettori puntati sulla Cina
Nei primi giorni si riteneva sufficiente procedere con lo stop agli aerei provenienti dalla Cina e con le limitazioni ai viaggi culturali. Nei documenti viene specificato come ulteriori misure saranno adottate in relazione all’evoluzione dell’epidemia in Cina.
La scuola e i posti letto negli ospedali
Già ad inizio febbraio i tecnici del Cts suggerivano di prestare attenzione alle scuole e alla tenuta del sistema sanitario italiano.
“Emerge la necessità di verificare con precisione i dati relativi alla disponibilità locale di posti letto per malattie infettive, rianimazione e altri dati relativi ad attrezzature, staff e quanto necessario ad elaborare ipotesi di scenari di evoluzione dell’epidemia“, si legge nel verbale del 12 febbraio, il terzo prodotto dal Comitato Tecnico Scientifico.
I primi casi in Lombardia
La regione Lombardia inizia a venire alla ribalta più o meno da metà febbraio. Nel verbale del 21 si prendono in considerazione le prime segnalazioni arrivate dalla regione. Il 21 febbraio è il giorno del Paziente 1 di Codogno e del primo decesso registrato. I casi in questione spingevano i tecnici a prendere in considerazione misure come la limitazione agli spostamenti delle persone, ad esempio.
Mascherine e test agli asitnomatici
Ancora nel mese di febbraio il Cts riteneva l’uso della mascherina necessario solo per gli operatori sanitari e non per gli altri lavoratori. Per quanto riguardala ricerca dei positivi, il 14 febbraio veniva evidenziato e ribadito come in assenza di sintomi il test non fosse giustificato. Sappiamo bene come la versione sia poi cambiata radicalmente nel corso delle settimane.
Il piano “riservato” del governo
Nei verbali di inizio marzo si trovano riferimenti al piano riservato prodotto dal governo per far fronte all’epidemia. Adinizio marzo è il Cts a suggerire che il piano in questione resti riservato.
3 marzo, zona rossa ad Alzano e Nembro
La data del 3 marzo è una data chiave nell’emergenza coronavirus. Il Cts propone di procedere con la chiusura della zona di Nembro e Alzano. Il governo, come noto, non avrebbe dato seguito alle indicazioni del Cts, almeno nell’immediato.
La chiusura della scuola
Ad inizio marzo (il 4) si discute della proposta del Ministro della Salute Roberto Speranza di chiudere le scuole. Gli esperti in realtà sembrano contrari in quanto la decisione non sarebbe coerenti con i numeri e l’andamento dell’epidemia in Italia. Inoltre si evidenziava come la misura poteva essere efficace solo se fosse stata disposta la chiusura per un tempo prolungato. E in effetti così sarebbe stato.
Proprio in quelle ore il ministro Speranza, così come tutto il governo, deve fare i conti con la fuga di notizie e il panico tra la popolazione, che per la prima volta sente parlare della possibilità della chiusura delle scuole.
Per questo motivo il 5 marzo il Ministro Speranza si rivolge a Bonfiglio, del Punto Nato Ueo della Protezione Civile, chiedendo di garantire la riservatezza delle informazioni.
Conseguenze non recuperabili per i bambini
Alla fine del mese di marzo, gli esperti del Cts iniziano a realizzare i rischi concreti per i giovani e i giovanissimi, e l’attenzione si concentra sui bambini, vittime del lockdown a livello nazionale.
Il Comitato tecnico Scientifico, nella prima metà del mese di aprile, comunica che “ritiene di dover affrontare con urgenza problematiche riguardanti la popolazione in età evolutiva, la cui mancata gestione mediante azioni concrete e tempestive può determinare conseguenze gravissime e non recuperabili: ‘vaccinazioni’, ‘specificità pediatrica’, ‘bambini a casa“. E in effetti nel giro di pochi giorni, se non addirittura di ore, l’indicazione del Cts è quella di riaprire i parchi per i bambini. Ripetiamo, siamo a metà aprile.
La riapertura, come noto avverrà solo nel mese di maggio.